LotusF1
Lotus: č un fiore acquatico molto delicato, ma anche il nome di una scuderia di Formula 1. La sua prima vittoria avviene nel GP di Montecarlo del 1960, guidava Stirling Moss, mentre il suo ultimo GP sarĂ quello degli Stati Uniti del 1987, guidava l'indimenticato Ayrton Senna.
La Lotus č una squadra entrata nella leggenda delle corse, sia per i grandi successi ottenuti, sia per aver legato il suo nome a quello di un'altra leggenda, Jim Clark, ma soprattutto per il carisma e l'unicitĂ del fondatore della squadra: Colin Chapman. Egli optò per questo nome esotico in onore della moglie Hezel, così affettuosamente soprannominata.
Il debutto in Formula 1 di un team che finora aveva corso in serie minori, avviene con il GP di Montecarlo del 1958: i piloti sono Graham Hill e Cliff Allison. Il salto di qualitĂ avviene nel 1960, anno in cui arrivano le prime due vittorie iridate con Moss a Montecarlo e Riverside; nello stesso anno arriverĂ alla corte di Chapman quel Jim Clark destinato a portare la Lotus nell'Olimpo della Formula 1. Il rappporto con il britannico dura fino al 7 Aprile 1968, quando Big Jim si schianta contro un albero a Hockenheim in una gara di F.2, dopo che l'asso scozzese aveva conquistato 27 vittorie in 72 Gran Premi, oltre ai titoli iridato del 1963 e 1965, ai quali si aggiunge la 500 Miglia del 1965.
La scomparsa di Clark fu un colpo durissimo per Chapman, che sembrava costruire le monoposto direttamente intorno al suo campione. Dopo il mondiale del 1968, vinto con Graham Hill, Chapman ebbe tra le mani un'altro talentuoso pilota: Jochen Rindt.
Nel 1970, infatti, l'austriaco ottenne cinque successi che, a quattro gare dal termine, lo proiettarono saldamente in cima al mondiale: purtroppo non riuscì a godersi il successo tanto cercato, infatti Rindt morì durante le prove del sabato a Monza durante il locale Gran Premio. I ferraristi Ickx e Regazzoni nonostante l'assenza dell'asso della Lotus, non riuscirono a sfruttare le gare rimanenti per conquistare l'alloro iridato. La morte di Rindt, e la perdita di un altro grande campione, però, non fecero altro che alimentare le polemiche sulle vetture di Chapman, accusate di essere eccessivamente pericolose a causa delle esasperate soluzioni tecniche messe in campo forse con troppa disinvoltura.
Rindt, comunque, conquisto un titolo postumo anche grazie al fondamentale apporto di Emerson Fittipaldi, giovanissimo pilota che con le vetture di Chapman fu in grado di vincere il titolo nel 1972: sostituito lo sfortunato austriaco, il talento brasiliano vinse all'esordio la gara di Watkins Glen, togliendo qualsiasi speranza di vittoria iridata ai due ferraristi.
Dopo il titolo del 1972, Fittipaldi lotterà ancora per il titolo, ma quasta volta contro Jackie Stewart, su Tyrrell, che alla fine conquistò la vetta della classifica finale: questa sconfitta, per la Lotus e per Fittipaldi, provocò una rottura tra il pilota e Chapman, cui viene rimproverato il fatto di non aver imposto al suo allora compagno di squadra, Ronnie Peterson, un aiuto nell'impresa di conquistare il mondiale: a vantaggio del ragionamento di Fittipaldi il fatto che la Lotus vinse comunque il titolo costruttori (1973). Emerson, quindi, vinse l'anno successivo il titolo con la McLaren, mentre Chapman dovette attendere il 1978 per rivincere il titolo piloti, l'ultimo della gloriosa scuderia.
E' con Mario Andretti che riesce l'ultimo colpo iridato: titolo piloti e costruttori!
Il titolo, però, non fu indolore: Ronnie Peterson venne relegato al ruolo di seconda guida, pur dimostrandosi spesso piů veloce di Andretti. Questa situazione piuttosto precaria andrĂ a concludersi in tragedia, sempre a Monza, quando il pilota svedese rimarrĂ coinvolto in una carambola che gli costerĂ la vita a causa delle fratture multiple e della conseguente embolia.
Dopo quest'ultima vittoria, pur se macchiata dall'ennesima tragedia, la Lotus ottenne solo una serie di successi perziali, come quello nel Gran Premio d'Austria del 1982 ad opera di Elio De Angelis: questa sarĂ anche l'ultima vittoria cui assiste Chapman, morto in circostanze misteriose quello stesso anno.
La morte del patron fu un duro colpo per la scuderia, che non riuscì mai piů a riprendersi, salvo per le sei vittorie ottenute da Ayrton Senna prima del suo passaggio alla McLaren: da allora in poi la scuderia inglese entra definitivamente in crisi, perdendo sempre piů sponsor fino alla chiusura, avvenuta con il 1994, anno della sua ultima stagione.
Vedi anche:
Link esterni:
Il dramma di Rindt
Big Mario